Spitz Verle / Cima Vezzena.
© Alberto Bregani.
Sulle tracce della Grande Guerra a distanza di un secolo, le immagini ripercorrono i luoghi del Sentiero della Pace, oltre cinquecento chilometri di montagne che hanno visto le più terribili devastazioni e in cui oggi rimane solo il respiro del vento
Sembra impossibile che le immani sofferenze provocate da un conflitto atroce come quello che ha funestato il mondo tra il 1914 e il 1918, possano dissolversi senza lasciare una traccia tangibile nell'atmosfera dei luoghi. Eppure sulle montagne protagoniste dei massacri della Prima Guerra Mondiale le ferite lasciate da trincee, camminamenti e fortificazioni sembrano sciogliersi al cospetto della maestosità dei monti. Non bastano a rendere conto delle tragedia di cui sono state testimoni. A un secolo di distanza, la bellezza paesaggistica ha prevalso nel trionfo di quella retorica della montagna, fatta di paesaggi meravigliosi e atmosfere incantate. Il fragore di battaglie sanguinose è scomparso, lasciando il passo al respiro della natura. |
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Laddove oggi non ci sono che silenzio, rocce e vento l'aria era squarciata da esplosioni mortali. Di queste, la Natura non ha conservato l'eco. Se la montagna porta le cicatrici lasciate dall'ingegneria militare, nell'aria non rimane niente.
La memoria vive negli uomini, ma il suo ricordo deve essere alimentato ripercorrendo le tracce della storia, mantenendo viva l'attenzione di chi non ha vissuto i momenti peggiori. L'immagine può farsi carico di essere stimolo e riferimento alla memoria perché non si perda il ricordo di quanto accaduto e, con esso, il senso della Storia.
[ Sandro Iovine ] |
Doss dei Morti (area) / Valle del Chiese.
© Alberto Bregani.
DIETRO LO SCATTO
con Alberto Bregani
Alberto Bregani racconta a FPmag come è nato e si è sviluppato il lavoro
Solo il vento, offrendo un'interessante apertura sul suo modo di operare sul campo.
Ghiacciaio di Lares e Caré Alto.
© Alberto Bregani.
SOLO IL VENTO - PASUBIO
1914 -2014 | Sul sentiero della Pace a cento anni dello scoppio della Grande Guerra in Trentino
Nei luoghi degli scatti con il fotografo Alberto Bregani, autore del progetto.
Fotografie e montaggio: Alberto Bregani.
Riprese: Alberto Bregani e Sandro Vidi.
Alberto Bregani - Nato nel 1962, e cresciuto a Cortina d'Ampezzo, Alberto Bregani è attualmente considerato tra i più puri e validi interpreti della fotografa di paesaggio in bianconero. Figlio d'arte – il padre Giancarlo fu alpinista, scrittore, documentarista con premi cinematografci e letterari –, scatta prevalentemente in pellicola, su medio e grande formato. Studioso dei grandi classici da Adams a Sella, da Weston a Washburn, da Tomba a Faganello, da Garbari a Pedrotti, dal 2005 è membro accademico del prestigioso G.I.S.M., Gruppo italiano scrittori di montagna e ha al suo attivo mostre in molte città italiane ed europee. Sue fotografe sono presenti in collezioni private e di istituzioni in Italia e all'estero e le sue conferenze, spesso abbinate a temi filosofici, sono molto apprezzate sia dagli appassionati di fotografa sia di montagna. Negli ultimi anni, due tesi di laurea riguardanti la fotografa, presso l'Accademia delle Belle Arti di Bologna e la Facoltà di Scienze dell'Università di Udine, si sono interessate, analizzandole, alla sua figura e al suo linguaggio fotografico. Alla parte fotografica, Bregani unisce un'incisiva e apprezzata attività di comunicazione e di racconto attraverso i suoi blog personali e di progetto. Il suo più recente progetto, dedicato alle Dolomiti di Brenta – quattro anni di lavoro raccolti in un libro pubblicato per Il Margine di Trento (Dentro e fuori le cime. Dolomiti di Brenta tra l'occhio e il passo, 2012) –, ha ricevuto una grande accoglienza presso il mercato e la critica. Attualmente vive tra Milano e Madonna di Campiglio ed è impegnato in un progetto molto suggestivo e impegnativo sulla Grande Guerra per conto della Provincia Autonoma di Trento; il day-by-day della realizzazione può essere seguito nel blog dedicato: www.soloilvento.it
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