Suspended Landscapes. © Luca Izzo.
Un urlo di silenzio che invade l’animo con onde di luce. Sono così a volte le immagini. Istanti qualsiasi nella vita dell’universo in cui converge l’annullamento di sé che apre la porta a una comprensione più profonda di quanto ci circonda. Un istante, non importa quale. Non conta che sia davvero un momento particolare quello che viene fissato, cristallizzato nell’annullamento dell’idea stessa di dualità che contrappone l’uomo a quello che buona parte dell’Occidente definisce Creato. In un istante le fortificazioni erette dalle sovrastrutture culturali crollano e ci si può sentire parte del Tutto.
Parte del paesaggio, parte del Tempo contro cui lottiamo. Siamo roccia e acqua, sabbia e aria. Invasi di silenzio percepiamo l’armonia di tutti i suoni del mondo. Ci dissolviamo in un mare laminato(***), persi nell’immobilità di quel movimento eterno. Paesaggi sospesi nella frattura che all’improvviso si è aperta mostrandoci l’universo. Sono attimi, frazioni di un battito di ciglia. Particelle di tempo in cui tentiamo di prolungare lo stupore per il contatto con dimensioni che ci appaiono perenni.
Squarciare il velo che avvolge il mistero dell’esistenza. Fermare il fluire in cui tutto scorre. Rifugiarsi nelle immagini, schegge d'eternità. Anche il moto perpetuo delle onde annichilisce tingendosi di seta, illuminandosi di nuove luci e prospettive. Quali aperture, quali scoperte ci attendono? Nell’immobilità si disvela il moto dell’universo. Quello che ci rende ombre trasparenti sul palcoscenico del mondo. L’uomo, centro di se stesso. L’uomo che si sente enorme. L’uomo... diventa piccolo. Una figurina evanescente proiettata nel silenzio di un contesto che non s'avvede della sua centralità.
Sintesi. Essenzialità. Una ricerca che conduce al vero. Che riassume il tutto nel poco. Nel meno possibile. Per arrivare al cuore dele cose, per diventare un unicum con esse. Per superare il baluardo illusorio dell'oggettività che riduce il medium alla dimensione di mero riproduttore di un presunto reale. La rarefazione di quanto percepito dagli occhi è un processo lungo. Mentale. Carico di fatica, certo, ma in grado di portare la coscienza oltre il normale grado della comprensione.
È allora, quando si raggiunge un livello superiore, che si può vedere l’inascoltabile. Udire l’invisibile. Il silenzio e l’immobilità ridisegnano il paesaggio. O meglio lo svelano come fa un restauratore quando rimuove la crosta del tempo da un’antica tela. È la gioia di riscoprire colori che non avevamo mai visto. Colori che erano lì da sempre, sotto la patina dei secoli, ma celati al nostro sguardo. Perché sì, il mondo è proprio davanti ai nostri occhi, ma dobbiamo desiderare ardentemente di vederlo davvero. Il mondo, lui non si nasconde. Siamo noi troppo pigri per volerlo scoprire.
L’importante è non arrivare alla fine con il rimpianto di non averci almeno provato.
«Se avessi colto le felci, | avrei restituito | le rocce a loro stesse»(****)
[ Sandro Iovine ]
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Il progetto
Suspended Landscapes di Luca Izzo è stato selezionato durante le letture portfolio di Photo Session tenute a Milano sabato 17 dicembre 2016 e organizzate da The Art Incubator.
(**) - Yosa Buson, in Il grande libro degli haiku a cura di Irene Starace, Castelvecchi, Roma, 2005; pag. 214-215. Testo riginale: «行雲を | 見つゝ居直る | 蛙哉» (yukukumo o | mitutsu inaoru | kawazu kana).
(***) - Francesco Biamonti, Le parole la notte, Einaudi, Torino, 2014; pag. 17.
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[ RISORSE INTERNE ]
◉ [ eventi ] Photo Session #3
◉ [ eventi ] The Art Incubator: letture portfolio a Milano
Luca Izzo - Nasce nel 1977 a Sanremo, in provincia di Imperia. A trent’ anni si trasferisce in Francia, dove tutt'ora vive e lavora. Attratto da diverse forme d’arte, con gli anni si è sforzato di far confluire alcune caratteristiche appartenenti a specifici ambiti nella sua esperienza fotografica. A partire dal 2012, infatti, ha intrapreso una continua sperimentazione che lo ha portato a realizzare immagini accomunate dallo studio delle strutture artistiche del Novecento e influenzate quindi da cinema, pittura e fotografia.
Tra i suoi riferimenti in ambito prettamente fotografico, ama ricordare Michael Levin, Michael Kenna e più recentemente Andreas Gursky, mentre per quanto riguarda il cinema ha subito fortemente l'influenza estetica di Wim Wenders.
Tra i riconoscimenti ottenuti con il suo lavoro, ricordiamo l'Honorable Mention (Special Panoramic e Fine Art Nudes) all'IPA – International Photography Awards 2016 e l'Honorable Mention (Fine Art Abstract Category) all'IPOTY – International Photographer Of The Year Photography Awards 2015.
Luca Izzo
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