Settembre, 1921. Aleksandr Rodčenko espone tre tele monocromatiche dal titolo Puro Colore Rosso, Puro Colore Blu e Puro Colore Giallo, e afferma «È tutto finito. Colori di base: ogni piano è piano e non c'è rappresentazione». Inizia per lui un nuovo corso. Con questa operazione egli considera infatti esaurita la sua ricerca e abbandona temporaneamente la pittura per dedicarsi a nuove forme d'arte: il collage, il fotomontaggio e, soprattutto, la fotografia. Linguaggi visivi che, nella sua ottica, potevano diventare nuovi e potenti mezzi di comunicazione, efficaci strumenti di progresso sociale.
Nell’ambito delle multiformi sperimentazioni delle avanguardie precedenti e successive alla Rivoluzione d’Ottobre, l’esperienza artistica di Rodčenko si configura perciò come un momento di rottura, caratterizzato da uno straordinario fervore e da un elevato tasso di innovazione. Pittore, scultore, tipografo, designer di mobili, scenografo, architetto d'interni e fotografo, egli sperimenta nuove forme espressive in tutti questi campi, diventando uno dei principali generatori di questa ormai lontana stagione creativa e intellettuale. Tuttavia è soprattutto nella fotografia che attua una vera e propria rivoluzione. Con l'ausilio di una Leica, Rodčenko comincia infatti a riprendere l’ordinario e il quotidiano restituendogli un'interpretazione inedita, a cui dà voce attraverso tagli obliqui e l'assunzione di punti di vista originali e inconsueti. Un modo allora rivoluzionario di approcciare la realtà che lo trasformerà in uno dei padri del Costruttivismo e che, nel 1928, così motiva: «Se si desidera insegnare all'occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate». Da qui in avanti, al grido di «Il nostro dovere è quello di sperimentare», la sua fotografia diventerà un mezzo per la rappresentazione dinamica di costruzioni intellettuali, non più un mero strumento di registrazione della realtà.
Ed è proprio a quest'ultimo specifico aspetto della sua produzione artistica che è dedicata la mostra Avanguardia Russa. Aleksandr Rodčenko. Fotografia, attualmente esposta tra le sale di Villa Manin. Un percorso di un centinaio di opere – tra fotografie originali, collage, fotomontaggi, stampe vintage e pubblicità, provenienti dal Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum) – che restituiscono uno spaccato significativo della vita in Russia a cavallo degli anni Venti e Trenta del Novecento, rispecchiandone lo spirito, le pulsioni moderniste e l'aura mitica del tempo.
L'esposizione è proposta in parallelo con la mostra Avanguardia Russa. Capolavori dalla collezione Costakis allo scopo di dar vita, nell'insieme, a un grande affresco dell’arte sperimentale russa degli inizi del Novecento: un fenomeno unico per la cultura mondiale che, di fatto, ha spalancato le porte alla modernità. Ad arricchire ulteriormente la panoramica sull’Avanguardia Russa due rassegne cinematografiche internazionali, intitolate rispettivamente Immagini dell’Avanguardia Russa 1910 – 1930 e Il Cine-occhio delle Avanguardie Russe.
Curata da Ol’ga Sviblova, la mostra è promossa dall’Azienda Speciale Villa Manin e dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione CRUP.
Avanguardia Russa. Aleksandr Rodčenko. Fotografia
Villa Manin, piazza Manin, 10 - Passariano di Codroipo UD
7 marzo – 28 giugno 2015
orario: da martedì a domenica, ore 10,00 - 19,00 | chiuso il lunedì (apertura straordinaria lunedì di Pasquetta)
ingresso: intero 10,00 € | ridotto 8,00 € | ridotto gruppi 5,00 € | Servizio di audioguida (italiano, inglese) compreso nel biglietto
info: 0432 821211
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www.villamanin.it
pubblicato in data 25-03-2015 in NOTIZIE / MOSTRE
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