Le solitudini del 14 di Valeria Sanna, in mostra a Mogoro nell'ambito della nona edizione di BìFoto Fest, ci propone la percezione di una grande città (nell'ambito italiano) da parte di chi si trova a viverci senza esserci nato. Le differenze nei comportamenti sociali emergono al momento del confronto, mentre sono assai meno percepibili da parte di chi vive in modo esclusivo il contesto che lo ospita. A colpire l'autrice è stata la profonda differenza esteriore, facilmente interpretabile come assenza, di quella rete di relazioni sociali che al contrario caratterizza la terra d'origine dell'autrice, la Sardegna,
Valeria Sanna, dalla mostra Le solitudini del 14. © Valeria Sanna.
Dopo aver portato dentro di sé per anni una sensazione di alterità, avvertita fin dal primo momento del suo arrivo a Milano, Valeria Sanna ha infine deciso di iniziare a raccontare visivamente il proprio sentire nel confronto con modalità del quotidiano così lontane da quelle vissute nell'infanzia e nell'adolescenza e puntualmente ritrovate a ogni ritorno sull'Isola. A far partire il lavoro sono state le sollecitazioni richieste dalla frequenza di un corso di fotografia di livello avanzato frequentato a Milano. Nel corso di quest'ultimo l'autrice ha elaborato appunto un progetto fotografico sull'isolamento e la solitudine in cui chi vive a Milano (ma ovviamente il concetto è estensibile a infiniti luoghi) tende a rinchiudersi trovandosi a contatto con i propri simili.
Valeria Sanna, dalla mostra Le solitudini del 14. © Valeria Sanna.
Nel concreto il progetto si è sviluppato interamente nell'ambito della linea tranviaria numero 14 dell'ATM (Azienda Trasporti Milanesi). Si tratta della linea che da Lorenteggio porta al Cimitero Maggiore, portando i suoi viaggiatori in trentatré fermate dalla periferia nord occidentale al centro della città. Il quotidiano viaggio per recarsi al lavoro con il tram della linea 14 è stato dunque il luogo ideale per affrontare la tematica. In uno spazio ristretto decine di persone si trovano inevitabilmente a contatto, in un continuo incrocio di fasce sociali ed etnie, favorito dalla lunghezza del percorso e dall'attraversamento di aree molto differenti della città. In questo coacervo di varianti umane uno solo è elemento comune: l'essere rinchiusi di ognuno in se stesso. C'è chi è raggomitolato nei propri pensieri, chi è sprofondato nelle pagine di un quotidiano oppure è chino sullo schermo del cellulare. Comunque tutti sembrano alieni all'altrui presenza. Talmente concentrati all'interno del proprio mondo da non accorgersi nemmeno di essere stati fotografati, come racconta la stessa Valeria Sanna nella video intervista a FPmag.
Valeria Sanna, dalla mostra Le solitudini del 14. © Valeria Sanna.
Le solitudini del 14 potrebbe a buon titolo ben rappresentare iconicamente le parole spese da Zygmunt Bauman: «Nel mondo attuale la scelta è tra il malanimo e l'indifferenza. [...] Le nostre sofferenze dividono e isolano: i nostri tormenti separano, lacerando il tessuto delicato delle solidarietà umane». Un pensiero che, al di là dell'evidenza iconica, dovrebbe farci riflettere sulla società che costruiamo ogni giorno con il nostro agire.
Ben vengano quindi lavori come questo che stigmatizzano la nostra quotidianità espressa in termini di condizioni relazionali. Con la speranza che ci siano ancora occhi disposti ad... ascoltare e menti disposte a vedere e agire per cambiare rotta e tornare a dimensioni più umane. [ Sandro Iovine ]
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LE SOLITUDINI DEL 14
di Valeria Sanna
Mogoro – OR
3 – 19 maggio 2019*
orario: tutti giorni, ore 0,00 – 24,00 (tutte le mostre sono all'aperto)
ingresso: libero
* Terminato il festival la mostra rimarrà esposta per dieci mesi nelle vie di Mogoro.
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RISORSE INTERNE
◉ [ FPtag ] BìFoto Fest su FPmag
RISORSE ESTERNE
◎ Valeria Sanna
◎ BìFoto Fest
pubblicato in data 25-06-2019 in NOTIZIE / VIDEO
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