Tell it like it is di David Alan Harvey è senz'altro la mostra più importante tra quelle esposte a FotoLeggendo 2016, ed è stata resa possibile grazie al supporto di Fujifilm Italia. Il lavoro risale al 1967, quando Harvey aveva appena 23 anni e stava per laurearsi in Giornalismo presso l'Università del Missouri. Da poco sposato e con un figlio di sette mesi, non è il celebrato fotografo che conosciamo oggi, ma solo un giovane che vive la storia dell'America del suo tempo, divisa tra la guerra del Vietnam e il movimento per i diritti civili. In questo clima socio culturale, Harvey viene contattato da un amico, Charles Hofheimer, che lavorava in quel periodo con un’organizzazione locale impegnata in quartieri disagiati di Norfolk, in Virginia, nel tentativo di migliorare le condizioni di vita dei neri lì residenti. Hofheimer gli propone di narrarne in un libro fotografico la quotidianità, ma invece di raccontare il ghetto di Berkley a Norfolk i due decidono di concentrarsi su un'unica famiglia di afroamericani.
Dalla mostra Tell it like it is di David Alan Harvey. © David Alan Harvey.
La scelta cade sulla famiglia di James e Callie Liggins e dei loro sette figli in età compresa tra 2 e 15 anni. James e Callie aprono ad Harvey le porte della loro casa, un piccolo appartamento in un edificio di cinque piani, e lo accolgono arrivando più di una volta anche a ospitarlo. «Per circa un mese – ricorda Harvey – spesi tutto il mio tempo con loro. Direi che mi presero letteralmente con loro. Spesso Callie faceva per me il letto sul divano nel soggiorno e così io mi immersi totalmente nella storia». Trovata una camera oscura nei pressi della casa dei Liggins, Harvey durante l'estate del 1967 riesce quindi contemporaneamente a scattare, verificare il suo lavoro e vivere dall'interno la storia della famiglia.
Dalla mostra Tell it like it is di David Alan Harvey. © David Alan Harvey.
Alla fine dell'estate Harvey deve salutare i Liggins e tornare al college. Qui affida a Charles Hofheimer l'editing del suo lavoro e al compagno di stanza Masaaki Okada la progettazione del layout del libro. Il volume viene pubblicato dalla Norfolk Ministerial Association, che lo mette in vendita al prezzo di 2 dollari per sostenere con cibo e vestiti le famiglie dei quartieri più disagiati della città della Virginia. Harvey vede il risultato finale solo quando riceve in Missouri una copia del volume. Per lui l'incontro con i Liggins sembra definitivamente concluso. Si sa, però, che esistono storie che non possono finire così bruscamente. Magari si interrompono, anche per mezzo secolo, ma non per questo sono terminate.
Durante la visita alla mostra Tell it like it is di David Alan Harvey negli spazi di Officine Fotografiche Roma. © FPmag.
Da quell'ormai lontano 1967 è trascorso quasi mezzo secolo. Nel frattempo Harvey ha prodotto una quarantina di storie per il National Geographic ed è entrato a fare parte della più prestigiosa agenzia fotogiornalistica del mondo: la Magnum. È diventato uno dei maggiori fotografi viventi a livello internazionale e il suo lavoro è giustamente celebrato in tutto il mondo, e di quel progetto realizzato da giovane studente si è praticamente dimenticato. Né lui né il suo vecchio amico Charles Hofheimer hanno mantenuto i contatti con la famiglia Liggins, hanno persino dimenticato i loro nomi. Grazie però al Norfolk Virginan Pilot, che decide nel 2014 di dedicare una storia alla sua ricerca della famiglia Liggins, Harvey riesce a ritrovare le persone con cui aveva lavorato per circa un mese.
Un momento dell'affollato incontro pubblico tenuto da David Alan Harvey presso il DAMS di Roma. © FPmag.
Il lavoro di Harvey, al di là dell'indubbia valenza di documentazione storica delle condizioni di vita delle famiglie nere nell'America della seconda metà degli anni Sessanta, permette di apprezzare
in nuce le qualità del grande fotografo che oggi tutti possono apprezzare. Il senso della composizione articolata su più piani, l'istinto per il gesto significativo e significante si stanno già sviluppando nel ventitreenne fotografo che aveva preso in mano una fotocamera per la prima volta a undici anni. Anche il lato umano traspare dalle immagini attraverso l'evidente partecipazione diretta alla storia che sta raccontando. Un tratto che nel tempo si rafforzerà ulteriormente, e che è emerso in un tutta la sua forza durante l'affollato incontro pubblico che si è svolto al DAMS di Roma permettendo ai tanti convenuti di apprezzare sia le qualità del fotografo sia quelle dell'uomo. [ Sandro Iovine ]
La video intervista a David Alan Harvey e le foto a corredo sono state realizzate con attrezzature messe a disposizione da Fujifilm Italia.
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TELL IT LIKE IT IS
di
David Alan Harvey
a cura di Diego Orlando
Officine Fotografiche Roma, via Libetta 1 - Roma
15 giugno – 2 luglio 2016
orario: da lunedì a venerdì, ore 10,00 - 20,00 | sabato, ore 16,00 - 20,00 | domenica chiuso
ingresso: libero
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pubblicato in data 30-06-2016 in NOTIZIE / MOSTRE
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