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1 / 14       Domon Ken, Allenamento degli allievi del corpo della Marina, Yokosuka, 1936. 535x748 mm. Ken Domon Museum of Photography.

2 / 14       Domon Ken, Bagno presso il fiume davanti allo Hiroshima Dome, 1957. Dalla serie Hiroshima, 535x748 mm. Ken Domon Museum of Photography.

3 / 14       Domon Ken, Kuga Yoshiko (attrice) e Ozu Yasujirō (regista), 1958. 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

4 / 14       Domon Ken, Bambini che fanno roteare gli ombrelli, Ogōchimura, 1937 circa. Dalla serie Bambini (Kodomotachi), 535x748 mm. Ken Domon Museum of Photography.

5 / 14       Domon Ken, Sorelline orfane, Rumie e Sayuri, 1959. Dalla serie I bambini di Chikuhō (Chikuhō no kodomotachi), 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

6 / 14       Domon Ken, La morte di Keiji, 1957. Dalla serie Hiroshima, 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

7 / 14       Domon Ken, Esercitazioni delle crocerossine, Azabu, Tokyo, 1938. 535x748 mm. Ken Domon Museum of Photography.

8 / 14       Domon Ken, Pescatrici di perle (ama san), 1948. 457x559 mm. Ken Domon Museum of Photography.

9 / 14       Domon Ken, Donne a passeggio, Sendai, 1950. 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

10 / 14       Domon Ken, Gemella non vedente, 1957. Dalla serie Hiroshima, 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

11 / 14       Domon Ken, L’attrice Yamaguchi Yoshiko, 1952. 535x748 mm. Ken Domon Museum of Photography.

12 / 14       Domon Ken, Donna in cura per le lesioni da bomba atomica, 1957. Dalla serie Hiroshima, 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

13 / 14       Domon Ken, Takami Jun (scrittore), 1948. 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

14 / 14       Domon Ken, Autoritratto, 1958. Pubblicato sul numero di novembre della rivista Sankei Camera, 457x560 mm. Ken Domon Museum of Photography.

Domon Ken: il realismo giapponese a Roma

Domon Ken (Sakata, 25 ottobre 1909 - Tokyo, 15 settembre 1990) ha segnato un capitolo fondamentale nella storia della fotografia giapponese del dopoguerra. È stato infatti iniziatore della cosiddetta corrente realistica, definita «un’istantanea assolutamente non drammatica» e maturata in seno a un'intensa ricerca metodologica ed espressiva che lo ha via via traghettato verso un realismo più propriamente sociale. Un percorso che lo ha trasformato in uno dei fotografi e fotoreporter più celebri dell'epoca, un punto di riferimento per le generazioni successive, e che partiva da un'attenta osservazione della cultura e delle contraddizioni della società giapponese del tempo. «Sono immerso nella realtà sociale di oggi – spiegava il Maestro – ma allo stesso tempo vivo le tradizioni e la cultura classica di Nara e Kyoto; il duplice coinvolgimento ha come denominatore comune la ricerca del punto in cui le due realtà sono legate ai destini della gente, la rabbia, la tristezza, la gioia del popolo giapponese». Sono queste le fondamenta del suo linguaggio, di quel suo realismo sociale che si esprime al meglio in due reportage divenuti estremamente rappresentativi dell’epoca: Hiroshima (1958), considerata dal premio nobel Oe Kenzaburo la prima grande opera moderna del Giappone, e i Bambini di Chikuho, serie fotografica sulla situazione di miseria nei villaggi di minatori del sud del Giappone ricca di ritratti di bambini incontrati per le strade del Paese. Entrambi questi lavori sono attualmente visibili presso il Museo dell'Ara Pacis a Roma, nell'ambito della mostra Domon Ken. Il Maestro del realismo giapponese, curata dalla professoressa Rossella Menegazzo (docente di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale all’Università degli Studi di Milano) e dal Maestro Takeshi Fujimori (direttore artistico del Ken Domon Museum of Photography).
Organizzata da MondoMostre Skira con Zètema Progetto Cultura in occasione del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, l'esposizione propone una selezione di circa 150 fotografie, in bianconero e a colori, realizzate dall'autore tra gli anni Venti e gli anni Settanta del Novecento. Un itinerario visivo denso, e per certi versi autobiografico, che ripercorre tutte le tappe del percorso espressivo e professionale di Domon Ken, passando dal fotogiornalismo al ritratto, dalla fotografia di propaganda al realismo sociale. La mostra è promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto del Bunkacho, Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e della Japan Foundation, e si propone di fatto come la prima monografica dedicata a Domon Ken al di fuori del Giappone. Un’esposizione dal consistente portato storico e culturale che, realizzata in collaborazione con il Ken Domon Museum of Photography di Sakata e la città di Sakata, vede la partecipazione di due sponsor importanti: Nikon, marchio da sempre legato a Domon Ken, e Fujifilm, che ha curato la stampa delle foto in alcuni importanti laboratori di Tokyo.

Domon Ken. Il Maestro del realismo giapponese
Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta - Roma
27 maggio – 18 settembre 2016

orario: tutti i giorni, ore 9,30 - 19,30
ingresso: intero 13,00 € | ridotto 11,00 € | gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente | le tariffe valgono per visita alla mostra e al Museo dell’Ara Pacis
info: 06 0608
www.arapacis.it | www.museiincomuneroma.it


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[ RISORSE INTERNE ]
[ mostre ] Alla scoperta del Giappone
[ mostre ] Giappone segreto. Capolavori della fotografia dell’800
[ portfolio ] Moriyama in color
[ arles2015 ] Another Language: otto fotografi giapponesi
[ bienne2015 ] Tokyo Parrots di Yoshinori Mizutani
[ cotm2015 ] Japan di James Whitlow Delano

[ RISORSE ESTERNE ]

Museo dell'Ara Pacis
Fujifilm Italia

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pubblicato in data 29-05-2016 in NOTIZIE / MOSTRE

MuseoAraPacis DomonKen Asia Giappone RuggeroPasseri






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