Frame on the walls, il lavoro fotografico presentato da Léa Eouzan a Mogoro nell'ambito di BìFoto Fest 2017, nasce da lontano.
12 aprile 2015: la polizia arresta a West Baltimore il giovane afroamericano Freddie Gray. I testimoni affermano di averlo visto caricare su un furgone dalla polizia con brutalità mentre arrancava zoppicante.
19 aprile 2015: una settimana dopo l'arresto, Freddie Gray muore a causa delle ferite riportate durante la cattura.
Solidarity, Bat Favitsou Boulandi’s wall, Whitelocke Street – Sandtown-Baltimore, November 3th 2015, dalla mostra Frame on the walls. © Léa Eouzan.
In seguito alla morte del venticinquenne di colore, la procuratrice di Stato Marilyn Mosby mette in stato d'accusa sei agenti della polizia di Baltimora. Il referto parla di gravi lesioni alla colonna vertebrale con evidenti segni di impatto su un bullone presente all'interno del furgone con cui era stato trasportato l'arrestato.
Bat Favitsou Boulandi – Mt Clare Street, Hollin’s Market – Baltimore, November 5th 2015, dalla mostra Frame on the walls. © Léa Eouzan.
Si sospetta la cosiddetta tortura del furgone, ovvero la pratica di chiudere in un furgone la vittima ammanettata, sbattendola sul pianale del mezzo, per poi guidare con curve prese in velocità, frenate brusche e, dove possibile, cercando di centrare le buche affinché il corpo, impossibilitato a evitare i colpi, li subisca in modo violento, senza che gli agenti si debbano sporcare le mani.
Il giorno dei funerali si scatena la violenta protesta della popolazione di colore dei sobborghi di Baltimora. Alla fine degli scontri si contano quindici agenti feriti, ventisette arrestati, numerose auto della polizia in fiamme e negozi saccheggiati.
Léa Eouzan, Sankofa, Ernest Shaw’s wall, North Avenue – Sandtown-Baltimore, November 6th 2015, dalla mostra Frame on the walls. © Léa Eouzan.
Non tutti però a Baltimora decidono di reagire con la violenza alla violenza. Un gruppo di artisti decide di opporsi alle brutalità messe in atto dalla polizia dipingendo dei murales sulle case di Sandtown, una protesta pacifica che si sviluppa in uno dei quartieri più poveri e periferici della città del Maryland.
E proprio il risultato dell'azione di questi giovani artisti è al centro del lavoro di Léa Eouzan, realizzato su invito dall'Ambasciata di Francia negli Stati Uniti, in collaborazione con la CrossCurrents Foundation.
Léa Eouzan, Ernest Shaw – Robert Street, Bolton Hill-West Baltimore, November 5th 2015, dalla mostra Frame on the walls. © Léa Eouzan.
L'approccio di Léa Eouzan – come racconta l'autrice stessa nell'intervista che le abbiamo fatto in occasione della mostra a Mogoro – è stato molto riflessivo fin dalla scelta di utilizzare un apparecchio analogico grande formato. Quest'ultimo ha obbligato l'autrice a sottostare a dinamiche di ripresa le cui tempistiche le hanno permesso di mettere a frutto l'osservazione attenta dei luoghi, sconosciuti prima di questo lavoro come del resto sconosciuti le erano gli artisti che ha ritratto, che ha preceduto gli scatti.
Ne è nato quindi un lavoro che non si è limitato alla ricognizione dei luoghi, ma ha affiancato alle immagini dei murales, quelle dei loro autori in un continuum di rimandi tra opera e artista che restituisce pienamente il senso di impegno civico e non solo artistico del loro lavoro.
Michelle Santos’ wall, work in progress, Pressman Street – Sandtown-Baltimore, November 6th 2015, dalla mostra Frame on the walls. © Léa Eouzan.
Nel complesso, indubbiamente la mostra migliore tra quelle viste al BìFoto Fest 2017, per l'articolazione del lavoro, per i ritmi della sequenza e la pulizia delle immagini. Un appunto, però, non posso non farlo all'organizzazione che come in altre mostre ha omesso di esporre sotto alle immagini le relative didascalie, affidandone la lettura alle capacità dello spettatore. [ Sandro Iovine ]
Michelle Santos – Pressman Street – Sandtown-Baltimore, November 11th 2015, dalla mostra Frame on the walls. © Léa Eouzan.
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pubblicato in data 29-06-2017 in NOTIZIE / MOSTRE
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