Si riscontrano sempre più spesso nei programmi espositivi dei nostri giorni forme di dialogo artistico tra la fotografia e altri strumenti espressivi, dalla pittura all’installazione. La galleria milanese Amy-D è uno spazio articolato in diversi ambienti che offrono la possibilità di ospitare più artisti o comunque temi differenti: è il caso della mostra in corso Gray Area_Area X, dove quattro artisti declinano il tema delle aree grigie, quei territori di confine ─ concreti ma anche concettuali ─ in cui si sviluppano alcune problematiche contemporanee.
Francesco Giusti, The Rescue, 2015, Site specific AmyD Arte Spazio. © Courtesy Amy-D Arte Spazio.
Gli artisti
Clément Briend, Renato Calaj, Francesco Giusti, Ettore Pinelli si servono dunque di diversi modi espressivi per raccontare queste aree grigie, non luoghi, ambienti di transizione dove si smarrisce l’identità dell’uomo. Nell’economia redazionale di questa nota non posso accennare alle quattro diverse declinazioni artistiche, mi limito a sottolineare la parte più squisitamente fotografica di cui l’interprete è Francesco Giusti (Lecco, Italia, 1969).
Giusti affronta il tema dei migranti, ma anziché raccontarlo attraverso un reportage classico lo declina attraverso una serie di metafore: fotografa oggetti e segni lasciati dai migranti sull’isola di Lesbo tra Grecia e Turchia, drammatico luogo, come è noto, di approdo e transizione per migliaia di profughi e migranti tra il Medio Oriente e l’Europa.
Francesco Giusti, The Rescue, 2015, Site specific AmyD Arte Spazio. © Courtesy Amy-D Arte Spazio.
Proprio attraverso queste tracce ─ torna non a caso e si raddoppia in un certo senso il concetto di fotografia come
traccia ─ l’artista proietta lo spettatore in uno spazio che è nello stesso tempo reale, fisico e concettuale: ecco l’area grigia, l’area di transizione dove si rimette in discussione il concetto di confine, dove dirompe l’idea di libertà, dove però si affermano anche le costrizioni delle leggi e degli Stati.
E queste tracce vengono proposte in mostra attraverso fotografie più tradizionali, ma anche attraverso intriganti installazioni che la curatrice
Anna D’Ambrosio ha voluto che si realizzassero in due sale della galleria: un mucchio di documenti di identità, fotografie personali e altri oggetti appartenenti ai migranti e ritrovati sulle spiagge della transizione giacciono sul pavimento della galleria, testimonianza inoppugnabile di tante storie personali, della discrasia che si crea tra la voglia di mantenere la propria identità e il disordine e la perdita derivanti dalla pericolosa traversata e relativo approdo.
Renato Calaj, Across the Border. © Courtesy Amy-D Arte Spazio.
Inoltre ─ operazione artistica riuscita e che convince anche chi scrive questa nota, da sempre diffidente verso le installazioni artistiche molto spesso secondo me pretestuose ─ l’opera sul pavimento dialoga perfettamente con un’altra installazione a parete, costituita da un rettangolo di filo spinato lungo il cui perimetro pendono piccole fotografie e testimonianze dei migranti.
Durante la visita alla mostra Gray Area_Area X presso Amy-D Arte Spazio a Milano. © Courtesy Amy-D Arte Spazio.
Il cerchio della riflessione tra documento e messaggio in questo modo si chiude: la realtà, gli oggetti veri, diventano metafora dolorosa delle contraddizioni dei nostri tempi, c’è la narrazione e nello stesso tempo l’invito a porci delle domande, si impone la necessità di una crisi senza sconti delle nostre sicurezze di cittadini privilegiati, appartenenti ai Paesi economicamente sviluppati.
Torna come sempre l’antico dilemma, se l’arte può cambiare il mondo: forse no, ma certamente può aiutare a capirlo un po’ di più. [
Pio Tarantini ]
Gray Area_Area X
Amy-D Arte Spazio, via Lovanio, 6 - Milano
10 novembre – 15 dicembre 2016
orario: da lunedì a venerdì, ore 9,00 - 12,00 e 15,00 - 19,00 | sabato e domenica su appuntamento
ingresso: libero
info: 02 654872
info@amyd-it
www.amyd.it
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FPart: la rubrica di Pio Tarantini
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Amy-D Arte Spazio
◎ Clement Briend
◎ Renato Calaj
◎ Francesco Giusti
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Ettore Pinelli
pubblicato in data 21-11-2016 in NOTIZIE / FPART
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