I numeri sono da capogiro: in due giorni un video dell'emittente televisiva ESPN ha totalizzato quasi 1,9 milioni di visualizzazioni e oltre 18.000 condivisioni e 51.000 reazioni. Il breve filmato (appena 19 secondi) è stato girato durante il prepartita di Georgia – Oklahoma, semifinale dei College Football Playoff al Rose Bowl Game, giocata il 1 gennaio 2018.
Cosa conterrà mai questa clip? Mirabolanti esibizioni di cheerleaders? Scenografie organizzate dalle squadre per gratificare il pubblico?
No, niente di tutto questo. Nel video possiamo vedere il passaggio a volo radente sullo stadio di un bombardiere strategico transonico Northrop Grumman B-2 Spirit.
A sinistra, Una schermata dal video pubblicato il 2 gennaio 2018 sulla pagina Facebook della ESPN. A destra, un manifesto di propaganda sovietica degli anni 30, la scritta recita «Lunga vita alla potente aviazione del paese del socialismo» (trad. Andrey Semenov).
Forse vi starete chiedendo perché ho affiancato alla schermata tratta dal video della ESPN un'immagine di propaganda sovietica degli anni Trenta. La risposta è semplice. Perché, al di là delle ovvie ed evidenti differenze temporali, spaziali e ideologico-politiche, gli elementi iconici sono latori della stessa tipologia di contenuto: propaganda.
Quella sovietica è esplicitata dall'ancoraggio testuale che inneggiando alla potenza militare, nel contempo celebra la grandezza dell'Unione Sovietica stessa. Mostrare gli aerei con un punto di vista ribassato ne sottolinea la forza. La città sottostante, metafora che sottintende l'insieme dei cittadini sovietici, viene quindi automaticamente percepita come protetta da quei caccia non a caso quasi tutti di colore rosso, che scortano dei bombardieri che volano a una quota maggiore. L'URSS non solo può difendersi, ma dispone anche di un potenziale non indifferente per colpire i suoi aggressori.
Il video pubblicato il 2 gennaio 2018 sulla pagina Facebook della ESPN (cliccare su play per avviare il video).
Prima di esaminare il video della ESPN è però bene accennare al contesto storico internazionale in cui esso si inserisce. Nel suo discorso di inizio anno il leader nord coreano Kim Jong-un ha aperto una possibilità di dialogo con la Corea del Sud dichiarando la disponibilità dei suoi atleti a partecipare alle imminenti Olimpiadi invernali di PyeongChang (9 - 25 febbraio 2018). Contemporaneamente ha tenuto a informare il mondo che il pulsante per avviare una guerra nucleare è sempre sulla sua scrivania. Ultima esternazione di una complessa schermaglia, fatta di dichiarazioni di fuoco e test missilistici o nucleari, mirante a ricercare un ruolo internazionale paritario per la Corea del Nord. La risposta americana è arrivata solo il 3 gennaio, ovviamente attraverso l'immancabile tweet del presidente Donald J. Trump che ci ha informato che il suo pulsante nucleare è più grande. Una replica che, per gli evidenti riferimenti a una concezione della sessualità alquanto machista, potrebbe anche suscitare ilarità o compassione, se non fosse che comunicativamente parlando la... boutade si è rivelata tragicamente efficace nel conquistare a mani basse spazio mediatico in tutto il mondo.
Tre frame tratti dal video pubblicato da ESPN sulla sua pagina Facebook il 2 gennaio 2018.
In questo clima si inserisce il video pubblicato da
ESPN che, ovviamente, è anche un contenuto brandizzato. In quei diciannove secondi possiamo facilmente identificare tre momenti topici.
1 – Il primo, all'inizio del filmato, mostra le tribune dello stadio affollato riprese da bordo campo. Sul maxi schermo, che sovrasta la folla al centro dell'inquadratura, appare sulla diagonale il bombardiere in avvicinamento. Ai lati, a fare da sfondo, c'è una bandiera a stelle e strisce che sventola in modo rassicurante. La diagonale dello sviluppo alare vuole suggerire dinamismo all'azione del bombardiere.
2 – Il secondo momento inizia quando, sempre sul maxi schermo, dal primo piano dell'aereo si passa prima ad altre bandiere americane, per poi offrire una veloce carrellata su militari schierati e, infine, su un dettaglio del pubblico che guarda l'aereo arrivare. Da sottolineare il perfetto tempismo dell'ultimo stacco che avviene proprio mentre lo stealth appare nel campo visivo dell'operatore a bordo campo. Praticamente una sequenza che fornisce al pubblico, presente o davanti a un monitor, istruzioni visive su cosa bisogna fare in quel momento. Ovviamente lo sfondo del maxi schermo continua ad essere occupato dalla bandiera a stelle e strisce.
3 – Il terzo momento possiamo identificarlo al termine del passaggio sul campo da gioco (impeccabilmente seguito da chi ha effettuato la ripresa). Mentre l'aereo sta per scomparire all'orizzonte partono i fuochi artificiali, simbolo innocuo e gioioso di festeggiamento, ma anche potenziale metafora di altro genere di esplosioni che seguono il passaggio di un bombardiere.
In conclusione, diciannove secondi di pura propaganda mirante a generare fiducia (e consequenzialmente consenso) nella popolazione rispetto a un possibile conflitto. Il sottotesto (per nulla sotterraneo in realtà) si potrebbe riassumere con «Tu, cittadino americano devi essere fiero di appartenere alla tua Nazione che è potente e non permetterà a nessun nemico di farti del male. Noi siamo i più forti!».
Una nota a mio avviso la merita anche l'impiego dell'inquadratura verticale nel video che dinamizza, ma soprattutto rimanda direttamente ai filmati realizzati con uno smartphone. Scelta non casuale a fronte della regia perfetta sul maxi schermo. Scatena un effetto realtà e vicinanza, portando lo spettatore in una dimensione prossima alla sua quotidianità: chi vede la ripresa su Facebook, da casa o mentre fa la spesa, percepisce che avrebbe potuto far parte anche lui di quell'esaltante momento. E intanto, senza nemmeno rendersene conto, subisce la regia presente sul maxi schermo e quella della scenografia ufficiale. Considerate le ovvie, debite e non certo piccole differenze, questo video, oltre a ricordare la propaganda sovietica degli anni Trenta, mi richiama alla mente anche la struttura di alcune inquadrature de Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl.
In tutto questo la mission che ESPN esplicita su Facebook recita: Per servire gli appassionati di sport ovunque lo sport sia visto, ascoltato, discusso, dibattuto, letto o giocato, per informarci poco sotto che i suoi dipendenti non si stancheranno mai di parlarci di sport.
Meno male. Pensate se iniziassero a parlare di politica... [ Sandro Iovine ]
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pubblicato in data 03-01-2018 in NOTIZIE / OPINIONI
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