Della mostra Regard Personnel Espace Commun, organizzata da Palermofoto ad Arles nell'ambito di Voies Off 2016, abbiamo già parlato (vedi sotto nelle Risorse Interne Palermofoto al Voies Off). Stavolta, però, intendiamo concentrarci su una delle due sezioni all'interno della collettiva del gruppo siciliano che più ci hanno colpito. Iniziamo, quindi, con i lavori presentati ad Arles da Enrico Doria. Palermitano, classe 1978, Doria è un biologo che utilizza la macchina fotografica per raccogliere impressioni e restituirle in una riflessione iconica interpretata grazie all'utilizzo di un medium fortemente connotante come la Holga.
Dal progetto South African Farawell Blues di Enrico Doria. © Enrico Doria.
Nell'ambito della collettiva arlesiana, Doria ha presentato due progetti fortemente connotati, sotto il profilo espressivo, dalla necessità di mostrare la propria visione in una forma narrativa assai prossima al diario. Il primo dei due progetti si intitola South African Farawell Blues e prende vita durante un lungo soggiorno in Sud Africa dovuto al suo lavoro di ricercatore universitario. I luoghi frequentati per circa un anno hanno offerto a Enrico Doria numerosi spunti di riflessioni, soprattutto sui contrasti presenti nel Paese. Contrasti non solo di tipo sociale, ben noti in tutto il mondo, ma anche di natura estetica. La contrapposizione creata dagli effetti di un'antropizzazione di stampo occidentale – che irrompe all'interno di paesaggi naturali che rimandano ai primordi del mondo – costituisce un elemento di ricerca interessante che coniuga lo stupore a una malinconia interiore che traspare, potente, in questa particolare rilettura del mondo.
Dal progetto South African Farawell Blues di Enrico Doria. © Enrico Doria.
Il secondo progetto presentato da Enrico Doria ad Arles si intitola invece Esprits ed estremizza sotto il profilo formale l'estetica toy camera. Non si tratta però di un semplice atto formale fine a se stesso, quanto piuttosto di una escursione all'interno della memoria individuale. Le immagini che fanno parte di Esprits sono una sorta di performance associativa, in cui il vissuto dell'autore prende il sopravvento ridisegnando i contorni del reale che, così ridefinito, finisce per divenire un mero pretesto per la narrazione di un universo interiore portato alla luce da accadimenti e incontri del quotidiano. Quello che si apre di fronte agli occhi dello spettatore non è dunque il mondo per come il dato esperienziale gli permette di conoscere, bensì una dichiarata apertura sulle stratificazioni di cui si compone l'anima dell'autore.
Un dettaglio dell'allestimento della mostra di Enrico Doria allestita presso l'Hôtel Particulier Dervieux di Arles durante la settimana inaugurale del Voies Off 2016. © Domenico Veneziano.
Nel loro complesso i lavori di Enrico Doria contemplano la riflessione espressa attraverso il mezzo fotografico con un'attenzione che merita interesse. Colpisce l'atmosfera di cui sono imbevute tutte le immagini. Nel compiere il viaggio offerto dalle fotografie esposte sarebbe necessario immergersi nel silenzio, in senso acustico e visivo, per arrivare a percepire le delicate sfumature declinate dall'autore. In questo senso, l'esposizione arlesiana non ha offerto il massimo allo spettatore. Dal vivo le immagini tendevano a perdersi un po' nell'ambiente, nonostante il giusto e doveroso passe-partout, impedendo di penetrare fino in fondo nelle intenzioni autoriali. Rivedere i lavori a monitor per redigere queste poche righe ha permesso invece di accedere al mondo interiore dell'autore con molta più efficacia e facilità di quanto non sia potuto avvenire ad Arles. [ Sandro Iovine ]
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SOUTH AFRICAN FAREWELL BLUES | ESPRITS
di
Enrico Doria
Hôtel Particulier Dervieux, 5, rue Vernon - Arles (Francia)
5 – 11 luglio 2016
orario: tutti i giorni, ore 9,00 - 17,00
ingresso: libero
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pubblicato in data 13-08-2016 in NOTIZIE / MOSTRE
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