Il piccolo presepe raffigurato nella fotografia che illustra in apertura queste note fu costruito da me circa un quarto di secolo fa perché mio figlio, allora molto piccolo, potesse apprezzare la grande tradizione salentina della cartapesta legata alla iconografia sacra. Da illuminista laico mi piace recuperare – almeno come citazione, se non nella pratica operativa reale – questa parte importante delle mie radici: da allora quel presepe, che è riposto in una scatola di cartone, viene rimesso in casa ogni anno durante le festività natalizie come testimonianza di una tradizione che mi appartiene, al di là delle personali convinzioni religiose.
Al proposito ho letto in questi giorni, sulla stampa e sui social,
dibattiti accesi e polemici sulla presenza del presepe in alcuni luoghi
pubblici, in particolare nelle scuole: tra le altre opinioni condivido
pienamente la posizione espressa recentemente su questa questione da
Michele Serra, nella sua rubrica L’amaca, in cui difende la libertà di poter esporre il presepe come manifestazione importante della nostra cultura e tradizione.
Pio Tarantini, dalla serie Arte sacra minore nel Salento. © Pio Tarantini.
Sono contro questa deriva del politicamente corretto ad ogni costo, una
deriva che spesso sfiora il grottesco e l’assurdo come alcune deliranti
proposte – non so se poi attuate veramente – di alcuni docenti
universitari americani di censurare alcuni versi, se non opere intere,
di
Shakespeare perché
potrebbero offendere la sensibilità di alcuni gruppi sociali. Come se la
storia non esistesse, come se il contesto storico valesse meno di zero!
Mah! Che dire, la stupidità non è una questione di campi o livelli
culturali.
Ma, tornando alla brevi riflessioni che mi permetto di porre
eccezionalmente in questa sede – orientata quasi esclusivamente ai
fenomeni della fotografia e dell’arte −, pur non essendo cattolico io
rivendico la libertà di poter esprimere, sia in privato che in pubblico,
una parte importante della mia tradizione e cultura senza per questo
dovermi sentire in colpa verso determinati gruppi sociali e in questo
senso è illuminante il prezioso saggio
Elogio dell’Occidente dell’antropologo e sociologo Franco La Cecla
(Elèuthera, Milano, 2016), una lucida disamina
storico-filosofico-scientifica delle colpe e dei meriti della civiltà
occidentale e dei suoi rapporti con le altre civiltà.
Pio Tarantini, dalla serie Arte sacra minore nel Salento. © Pio Tarantini.
Per il resto, invece di discutere se esporre il presepe o meno sarebbe
meglio pensare ai problemi seri che affliggono il mondo contemporaneo e –
tralasciando i falsi buoni propositi di una festività natalizia
diventata ormai in gran parte un fenomeno di consumo – augurarci davvero
che il nuovo anno porti un po’ di saggezza e prudenza in un mondo che
sta arrivando addirittura a sfiorare una guerra nucleare perché alcune
grandi potenze hanno giocato con un feroce e folle dittatore,
consentendogli di armarsi in questo modo, in nome dei loro interessi
geopolitici.
Pio Tarantini, dalla serie Arte sacra minore nel Salento. © Pio Tarantini.
Ogni tanto comunque arriva qualche buona notizia, come l’approvazione della legge sul bio-testamento, una legge di civiltà che, tanto per cambiare, la parte più retriva del Paese ha avversato e avversa in nome di presunti principi morali. Capita così di trovarsi in una cena di Natale e, nell’ambito di una civile discussione, sentire intervenire qualcuno che definisce la legge un assassinio legalizzato: il cerchio così si chiude tra le esagerazioni del politicamente corretto e quelle di un’etica pretestuosa, condizionata da chiusura mentale e interessi politici.
Ma, nonostante tutto, continuiamo pure a credere che qualcosa si può fare per combattere queste derive.
Buon anno a tutti. [
Pio Tarantini ]
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[ RISORSE INTERNE ]
◉ [ FPart ] FPart: la rubrica di Pio Tarantini
pubblicato in data 20-12-2017 in NOTIZIE / FPART
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