All’inizio di quest’anno, il 2 gennaio 2017, è morto John Berger, figura singolare di scrittore e saggista pronto a spaziare in vari campi della cultura e molto interessato all’arte e alla fotografia. Scrive al proposito Vincenzo Trione in un articolo in ricordo di Berger apparso su La Lettura, supplemento culturale del Corriere della Sera: «[…] Ma la vera ossessione di Berger sono le immagini: il visibile, nella sua dimensione perturbante e misteriosa. Pur diversi tra di loro, i suoi libri potrebbero essere interpretati come avventure per decifrare proprio le immagini […]».
Controllo passaporti a Ginevra. © Jean Mohr.
Per ricordare Berger la Fondazione Forma per la Fotografia di Milano ha organizzato un incontro con Maria Nadotti, intellettuale amica e traduttrice di Berger, e Gian Luigi Colin, artista, giornalista e a lungo art director del Corriere della Sera: è stata l’occasione per presentare il volume Il settimo uomo scritto a due mani dallo stesso John Berger e dal suo amico di una vita Jean Mohr che firma le fotografie del volume, aggiornato e rivisto nella traduzione di Maria Nadotti.
Operai edili migranti che costruiscono una fabbrica in Svizzera. © Jean Mohr.
Pubblicato la prima volta in Italia nel 1975, il volume affronta il problema dell’immigrazione in Europa in quegli anni ma proprio per questo, dopo più di quaranta anni, risulta di estrema attualità. Al proposito, oltre a una rinnovata introduzione dell’autore, è stato anche aggiunto un testo di commento del medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, noto ormai a livello internazionale per il suo impegno in soccorso dei migranti che affrontano la traversata nel Canale di Sicilia. Il titolo fa riferimento al fatto che, proprio a partire dagli anni Settanta, nelle nazioni industrializzate come la Germania e la Gran Bretagna, un lavoratore su sette era immigrato e proveniva da Paesi più arretrati tra cui l’Italia.
Ogni esaminato viene contrassegnato a inchiostro sul petto e sul polso. © John Mohr.
La presentazione del volume, non a caso, è avvenuta durante la mostra, in corso proprio a Forma, del fotografo Giulio Piscitelli che presenta un suo lavoro, Harraga, sui migranti di oggi.
Il volume è concepito, strutturalmente, in tre parti che scandiscono, con le riflessioni di Berger e le fotografie di Mohr, tre diversi momenti della storia degli emigrati: la partenza, il lavoro e il ritorno. Un ciclo che si ripete da sempre caratterizzato dal dolore per il distacco dalle radici, dalla nuova condizione sociale in una terra che spesso diventerà la seconda patria e dall’acuta nostalgia per la terra d’origine.
Fabbrica di rubinetti in Svizzera. © John Mohr.
L’incontro di presentazione con Nadotti e Colin si è svolto in modo liberamente dialogante, con molti aneddoti raccontati con affetto da Maria Nadotti che hanno delineato anche il tratto umano, oltre quello professionale, di Berger. Colin, dal suo canto, ha tra l’altro letto alcuni brevi brani significativi del volume, da cui si evince la profondità e acutezza del pensiero di Berger. Tra le tante riflessioni si è notato che si tratta di un volume che può essere fruito in differenti modalità: addirittura, per estremizzare, guardando solo le immagini o anche leggendo solo i testi, in ogni caso la struttura narrativa regge. È la grande capacità divulgativa e nello stesso tempo profonda di un autore sui generis come Berger. [ Pio Tarantini ]
Maria Nadotti e Gian Luigi Colin durante la presentazione del volume Il settimo uomo di John Berger e Jean Mohr presso Fondazione Forma Milano.
IL LIBRO
titolo: Il settimo uomo
autore: John Berger, Jean Mohr
ISBN: 978-88-6965-220-2
formato: 16x22,4cm
pagine: 248
fotografie: bianconero
rilegatura: cartonato con dorso telato
editore: ContrastoBooks
prezzo: 24,90 € (21,17 € acquistando on line dall'editore)
web: ContrastoBooks
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[ RISORSE INTERNE ]
◉ [ FPart ]
FPart: la rubrica di Pio Tarantini
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John Berger
◎ ContrastoBooks
pubblicato in data 02-03-2017 in NOTIZIE / FPART
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