In mostra fino al 28 maggio 2017, presso la Galleria PACK – SPAZIO 22 di Milano, le opere del progetto Viaggio al centro della terra di Matteo Basilé, una ricerca significativa della sua poetica perché ottima sintesi tra reale e surreale, tra realtà e finzione, così come si è venuto configurando negli anni il suo linguaggio.
Matteo Basilé (Roma, 1974) si è infatti imposto all’attenzione del mondo dell’arte, a partire dagli anni Novanta, proprio per le sue ricerche che travalicano l’uso tradizionale del linguaggio fotografico prendendo spunto da elementi di realismo per convertirli, attraverso arditi accostamenti o manipolazioni ─ anche nella fattura fisica delle opere ─ in immagini surreali e metaforiche.
Matteo Basilé, L'ottava fatica, 2016, Lambda print on aluminium, 195x100cm. © Matto Basilé.
Per questa ricerca, Basilé si è addentrato in desolati paesaggi vulcanici dove inserisce oggetti, animali, persone come protagonisti di un viaggio metaforico al centro della terra, alla ricerca di elementi primordiali, dove ogni scenario si dispiega maestosamente nella sua potente ambivalenza descrittiva e surreale.
Le opere in questione sono accomunate da una forte identità formale, declinate su toni scuri dove il colore pare assorbito da un monocromatismo bruno che tutto pervade, unificando situazioni molto diverse: dallo scenario delle cave di marmo, dove una figura umana dal sapore mitologico si cimenta in una fatica improbabile, ai deserti lavici invasi da animali-mostri, come un enorme capodoglio la cui superficie è in sintonia perfetta con il paesaggio che lo ospita, agli inquietanti ritratti di figure femminili che raccontano il fluire del tempo.
Matteo Basilé, Viaggio al Centro della Terra #2. © Matteo Basilé.
Altro elemento importante nelle opere di Basilé è l’intervento produttivo-creativo presente in alcune opere, presentate con una ulteriore chiave di lettura: l’artista estrae frammenti, dettagli dell’opera, e li ripropone leggermente sollevati dalla superficie originaria quasi a voler indicare all’osservatore una focalizzazione tridimensionale. Un altro elemento della presentazione, e quindi dello stesso significato delle opere, è la loro grandezza, che si attesta su una media di dimensioni molto grandi. Tutto contribuisce a coinvolgere visivamente lo spettatore, che si trova immerso e rapito da queste situazioni misteriose.
Ancora una volta ─ e su queste pagine abbiamo avuto modo di parlarne spesso ─ la fotografia si muove su ambiti espressivi molto ampi, in sintonia con procedimenti installativi e di contaminazione tra diverse forme di espressione e il confine, già difficile da definire, tra essa e le cosiddette arti tradizionali diventa sempre più labile.
Matteo Basilé, Terrae Motus. © Matteo Basilé.
Basilé, da questo punto di vista e con questo lavoro, segna un punto importante nella logica del superamento delle barriere tra una forma di espressione e un’altra. Ribadisco ancora una volta che sempre più esperienze di ricerca fotografica sentono le sirene della contaminazione per lavori artistici dove diventa davvero difficile evidenziare nette differenze di linguaggio. In fin dei conti è la strada che la fotografia, fin dai primordiali tentativi ottocenteschi, insegue per superare il suo ─ errato ─ complesso di arte minore. [ Pio Tarantini ]
Matteo Basilé. Viaggio al Centro della Terra
Galleria PACK – SPAZIO 22, viale Sabotino, 22 - Milano
30 marzo – 28 maggio 2017
orario: da martedì a venerdì, ore 11,00 - 19,30 | sabato, ore 15,00 - 19,00 e su appuntamento
ingresso: libero
info: 02 36554554
info@galleriapack.com
www.galleriapack.com
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Matteo Basilé
◎ Galleria PACK – SPAZIO 22
pubblicato in data 03-05-2017 in NOTIZIE / FPART
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