Quella del viaggiatore è una vera e propria filosofia di vita: come e quanto possa essere diverso da un turista lo si capisce non appena se ne incontra uno. E che Roberto Cristaudo sia un viaggiatore vero non c'è alcun dubbio. Lo si capisce da come parla della passione che lo ha catturato prima ancora che la fotografia entrasse nella sua vita. Ma Roberto è anche un Master Photographer Nikon School Travel che nella sua didattica va ben oltre gli aspetti tecnici per far comprendere soprattutto il senso della documentazione fotografica che nasce dalla curiosità e dal rispetto per i luoghi e le persone che si incontrano durante il viaggio.
◼︎ FPmag - Roberto parlaci un po’ dei tuoi esordi, come hai iniziato a fare fotografie? E cosa ti ha attratto maggiormente del mondo della fotografia all’inizio?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Fin da ragazzo ho sempre avuto una grande voglia di viaggiare. Sono nato a Carignano, un piccolo paese della provincia di Torino, in una famiglia contadina e da quel mondo desideravo andarmene appena possibile. La fotografia è stata il pretesto per allontanarmi da quello che non volevo essere, in realtà all’inizio mi interessava solo viaggiare, non fotografare. Poi lentamente me ne sono innamorato, soprattutto mi piaceva passare il tempo in camera oscura a sviluppare i rullini. Ritornare da un viaggio e riviverlo nelle immagini era una vera alchimia e mi faceva stare bene. Oggi sono un fotografo professionista, specializzato in fotografia di viaggio, reportage e matrimonio. Sono Master Photographer Nikon School Travel, membro della National Press Photographers Association e della ANFM, e organizzo viaggi fotografici in tutto il mondo e fotografo per progetti di solidarietà collaborando con ONLUS e ONG».
Pegu, regione di Bago, Myanmar. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - Dopo anni di professione riesci ancora a provare le stesse sensazioni quando prendi in mano una fotocamera?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Ognuno di noi percorre un cammino nella vita, ogni giorno incontriamo nuove persone che inevitabilmente ci cambiano. Così è anche cambiata la mia fotografia e le sensazioni che provavo quando scattavo a pellicola e quando facevo l’editing del mio lavoro dopo lo sviluppo in camera oscura, è normale che sia cosi, d’altronde sono passati trent’anni. Oggi sono molto più critico verso me stesso e verso gli altri, ma non ho perso la voglia di fare questo lavoro».
Myanmar. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - Ti definisci Wedding & Travel Photographer un riferimento esplicito a due mondi fotografici in apparenza distanti tra loro… come riesci a conciliare queste due attività, ma soprattutto è vero che si tratta di universi così lontani tra loro?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Non amo le definizioni, queste due me le ha suggerite l’agenzia che cura la comunicazione del mio Studio, ma sinceramente penso di essere solo un fotografo. Ho incontrato il mondo wedding pochi anni fa, ed è stato amore a prima vista. Penso che il viaggio e il matrimonio siano due mondi molto simili che possono convivere, in fondo si tratta di documentare fotograficamente una storia fatta di persone all’interno di un contesto ben definito. In questo lavoro mi tornano utili gli studi di sociologia fatti quando frequentavo l’università, così come è fondamentale aver lavorato in tanti ambiti, dal ritratto al paesaggio, dalla macro alla fotografia di moda.
Myanmar. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - Come sei diventato un Master Photographer della Nikon School Travel?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Alcuni anni fa lavoravo nel settore turistico e ho fondato un tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi fotografici. Nel 2001 contattai Nikon per spiegare il mio progetto e il caso volle che stavano riorganizzando la Nikon School Travel ed erano alla ricerca di fotografi con esperienza di viaggio. Sono arrivato al momento giusto e hanno creduto in me».
Yawnghwe, Stato Shan, Myanmar. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - Qual è il tuo rapporto con Nikon?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Ho iniziato a fotografare con una Yashica FX3 e, dopo alcuni anni, volevo passare ad una macchina professionale e ho acquistato una Nikon FM2 che posseggo e utilizzo ancora. Era il 1989 e da allora ho sempre avuto attrezzatura Nikon. Anche se, alla fine degli anni Novanta, con l’arrivo del digitale la concorrenza era decisamente in vantaggio ed ero un po’ scoraggiato, ma quando Nikon presentò la D3 tirai un sospiro di sollievo. Amo soprattutto le ottiche Nikon e l’ergonomia del sistema, è tutto al posto giusto e poi le macchine sono davvero affidabili, non mi hanno mai mollato anche quando in Finlandia le utilizzai a -30°C o, viceversa, in Botswana a +40°. La Nital è una bella azienda con un ottimo servizio di assistenza, e ho sempre trovato persone pronte ad aiutarmi, ottime sia dal lato professionale che umano».
India. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - Chi è il tuo allievo ideale e quali conoscenze gli sono richieste per affrontare un tuo workshop?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Nei miei viaggi fotografici non si parla quasi mai di tecnica, a meno che non sia indispensabile. A tutte le persone che vengono in viaggio con me viene richiesta una preparazione fotografica di base che consiste nella capacità di utilizzare correttamente i tempi e i diaframmi, molto semplice. È importante capire che non si tratta di un corso di fotografia, si lavora piuttosto sul lato psicologico, su come la fotografia sia in grado di riflettere la nostra cultura e i nostri stati d’animo. Assegno a ogni partecipante un progetto personale, ne curo la realizzazione e l’editing e pretendo che anche la post-produzione sia coerente con la personalità del fotografo. Per me è molto impegnativo ma quando, a fine viaggio, vengono presentati i lavori, la soddisfazione che provo mi ripaga sempre di tutta la fatica. Ho tante persone che tornano a viaggiare con me e questo mi fa capire che la strada è quella giusta».
Cambogia. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - Cosa consiglieresti a un viaggiatore appassionato di fotografia?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Consiglierei di acquistare scarpe comode e di viaggiare leggero, in tutti i sensi. Prima di partire per un viaggio fotografico è indispensabile documentarsi sulla cultura del paese, leggere molto sul paese che si andrà a visitare. Io leggo anche i blog e le recensioni di altri fotografi viaggiatori per farmi un’idea e tracciare l’itinerario del viaggio. E poi consiglierei di non concentrare la fotografia sono nelle ore in cui la luce è migliore, ma di utilizzare tutto il tempo che si ha a disposizione e di viaggiare lentamente senza fretta e soprattutto senza pregiudizi».
India. © Roberto Cristaudo.
◼︎ FPmag - I tuoi prossimi impegni e progetti quali sono?
☐ ROBERTO CRISTAUDO - «Sono in partenza per Cuba. C’ero già stato qualche anno fa, ma volevo tornarci prima che tutto si trasformi. Poi andrò in India e in Nepal, dove sto portando avanti due importanti progetti personali per la realizzazione di un libro. In futuro mi piacerebbe organizzare un viaggio da Parigi a Pechino utilizzando solo treni e mezzi pubblici, ma il mio sogno più grande sarebbe quello di fare il Cammino di Santiago insieme ai miei due figli con o senza macchina fotografica».
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[ RISORSE ESTERNE ]
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Roberto Cristaudo
pubblicato in data 23-11-2016 in NOTIZIE / MELTINGPOT
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