Ho avuto modo più volte, su queste pagine, di testimoniare la grande stima che provo per Mario Cresci, davvero un grande esponente della fotografia italiana dell’ultimo mezzo secolo, un artista che ha saputo declinare il linguaggio fotografico in tanti modi diversi, a seconda dei temi e dei messaggi che intendeva trasmettere. È sempre con piacere assistere a un incontro pubblico con lui, al di là dell’amicizia personale e della mia acquisita conoscenza del suo lavoro e della sua riflessione teorica.
Ma può sempre accadere di scoprire qualcosa di nuovo nel suo lungo percorso creativo, come è accaduto sabato scorso, 2 marzo 2019, in occasione di un incontro avvenuto nelle sale del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. È stato presentato un cortometraggio, intitolato Cronistorie, realizzato in pellicola 16 mm, nel lontano 1970, a Tricarico, il piccolo paese lucano dove Mario Cresci in quegli anni svolse una intensa attività di indagine territoriale, visiva e teorica.
Francesca Minetto, Un momento dell'incontro con Mario Cresci presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. © Francesca Minetto/Museo di Fotografia Contemporanea.
Il film, originariamente della durata di una quarantina di minuti, è stato rimontato quest’anno dall’autore e da alcuni bravissimi collaboratori, riducendolo alla durata di poco più di dieci minuti, ma si tratta di dieci minuti molto intensi, a tratti emozionanti, pur nella loro palese e dichiarata artigianalità: le riprese sono precarie, la cinepresa – una vecchia Beaulieu con il portaobiettivi a torretta girevole, precisa l’autore – quasi sempre è instabile, con riprese a mano nelle precarie condizioni di luce occasionali, senza nessun aiuto tecnico per migliorarne la resa. Una sorta di cinema-verità, nel solco di certo documentarismo diretto al quale importava soprattutto veicolare i temi, senza una particolare cura per le qualità tecniche di ripresa.
Mario Cresci, durante l’incontro, ha dichiarato che resta la sua unica esperienza filmica, ma che ha recuperato volentieri come un ulteriore tassello di quella memoria storica dei suoi pregevoli interventi artistici realizzati negli anni Settanta in Basilicata.
Francesca Minetto, Un momento dell'incontro con Mario Cresci presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. © Francesca Minetto/Museo di Fotografia Contemporanea.
Nel corso dell’incontro, oltre al film, dopo l’introduzione di Matteo Balduzzi, dinamico animatore culturale del Museo di Cinisello, Mario Cresci ha raccontato – con il suo stile aperto, sincero, umile – alcuni aneddoti ed esperienze vissute in quegli anni intensi della sua vita in Basilicata e poi, seguito da un folto pubblico, ha illustrato alcune sue fotografie, dispiegate sui tavoli della Biblioteca del Museo, di quella stagione.
Francesca Minetto, Un momento dell'incontro con Mario Cresci presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. © Francesca Minetto/Museo di Fotografia Contemporanea.
Un incontro diverso dalla solita conferenza, dinamico, dialettico, intrigante e condotto sempre nel segno che contraddistingue il suo pensiero: un pensiero problematico, sperimentale, interrogativo, veramente dialettico. Ci vorrebbe forse qualche Mario Cresci in più nella fotografia italiana. [ Pio Tarantini ]
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RISORSE INTERNE
◉[ FPart ] FPart: la rubrica di Pio Tarantini
RISORSE ESTERNE
◎ Mario Cresci
◎ Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo
pubblicato in data 07-03-2019 in NOTIZIE / FPART
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