Monsanto: un'inchiesta fotografica
Monsanto: une enquête photographique è, tra le mostre viste nel corso del 2017, una delle tre più interessanti. Presentata la scorsa estate (3 luglio – 24 settembre 2017) nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017, è un'esemplare inchiesta giornalistica, prima ancora che fotografica, sul ruolo esercitato dalla multinazionale americana Monsanto sulla nostra vita quotidiana. Il lavoro di Asselin ha ottenuto importanti riconoscimenti, come il primo premio al Dummy Book Award Kassel 2016, la menzione speciale al Luma Rencontres Dummy Book Award 2016 nell'ambito dei Rencontres de la Photographie d'Arles e il più recente primo premio Photo Book Award 2017 nell'ambito di Paris Photo. Il fine del progetto era quello di indagare sulle attività della Monsanto, potentissima multinazionale dell'industria chimica più volte coinvolta in pesanti accuse di inquinamento da PBC, responsabile di grandissima parte del mercato delle sementi OGM e del loro trattamento nonché tra i principali produttori del famigerato agent orange.
Galleria fotografica delle pubblicità storiche della Monsanto della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
1 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
Galleria fotografica delle pubblicità storiche della Monsanto della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
2 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
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3 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
Galleria fotografica delle pubblicità storiche della Monsanto della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
4 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
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5 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
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6 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
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7 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
Galleria fotografica delle pubblicità storiche della Monsanto della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
8 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
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9 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
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10 / 10 Dalla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
La mostra si apriva con una carrellata sulle pubblicità storiche della Monsanto. Un tuffo nel passato abbastanza sconcertante per il visitatore in quanto, senza preamboli, denuncia la massiccia presenza della multinazionale nella quotidianità fin da tempi che difficilmente siamo abituati a considerare. Se infatti tendiamo a considerare il fenomeno pubblicità come qualcosa esploso nel secondo dopoguerra, le pubblicità raccolte da Mathieu Asselin dimostrano come ben prima fosse in atto un utilizzo pervasivo delle inserzioni. L'aspetto interessante è poi il mettere in relazione le prime pubblicità con gli slogan di tempi più recenti. Lo sforzo dei creativi è sempre e comunque quello di convincere il pubblico dei vantaggi dell'introduzione della chimica nella produzione di alimenti e derrate destinate a nutrire grandi fasce di popolazione. Il nemico da combattere è la diffidenza diffusa verso il nuovo, verso il progresso e quindi l'associazione che scatta livello comunicativo punta a fondare un messaggio testuale che inneggia al nuovo, appunto, e al progresso su immagini che invece rimandano direttamente al calore della tradizione di una famiglia perfetta e felice.
Inquietante, con il senno di poi, la pubblicità il cui headline recita:«The best way to tame a wildfire is with chemicals» (Il modo migliore per domare un incendio di vaste proporzioni è con le sostanze chimiche). Nell'immagine sopra un lungo testo si vede un aereo che sorvola una foresta in fiamme sganciando una nuvola arancione. Al di là delle rassicuranti parole del testo sottostante, è difficile non pensare alle conseguenze dell'impiego del famigerato agent orange, guarda caso prodotto, tra gli altri, proprio da Monsanto, durante la guerra del Vietnam tra il 1961 e il 1971.
Il video House of the Future presentato nell'ambito della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
Altro elemento storico di grande interesse nell'ambito della mostra era stata la proiezione del documentario House of the Future, prodotto sempre da Monsanto. Un inno al progresso in chiave domestica dove l'accento ovviamente è posto soprattutto sulle eccezionali doti dei derivati plastici prodotti in casa Monsanto. Visto con occhi contemporanei si tratta di un documentario per molti versi ingenuo, ma non per questo meno pericoloso se si rapporta all'epoca. Disturbante, sempre per uno spettatore del secondo decennio del XXI secolo, il ruolo femminile per come viene proposto dalle immagini. La donna, fin da bambina, è rappresentata come quell'angelo del focolare la cui unica fonte di felicità, nonché orizzonte di vita si concretizza nell'espletamento delle faccende domestiche tra le mura di casa. Prospettiva che oggi dovrebbe farci saltare sulla sedia, non fosse che poi accendendo la televisione ci troviamo di fronte a spot pubblicitari di questo tipo, che poco hanno da invidiare alle produzioni anni Cinquanta e Sessanta quanto alla discriminazione di ruolo in base al genere che li sottende.
La pubblicità realizzata dall'agenzia PicNic, con la direzione di Marcello Lucini, per il detergente per superfici in vetro Quasar.
Tornando alla mostra di Mathieu Asselin, la mostra proseguiva prendendo in esame l'impatto che i prodotti di Monsanto hanno avuto sul territorio e sui suoi abitanti. Dalle zone che è stato necessario abbandonare per i livelli di inquinamento oltre i limiti consentiti alle conseguenze sanitarie sulla popolazione delle aree interessate, per arrivare fino alle terrificanti mutazioni genetiche prodotte dall'impiego indiscriminato dei defolianti (il già citato agent orange) nel conflitti del sud est asiatico.
Sempre rimanendo nell'ambito degli aspetti destabilizzanti offerti da questo lavoro non si possono dimenticare gli still-life su fondo bianco dei gadget Monsanto, dal portacenere al mazzo di carte da gioco, affiancate da pannelli con estratti da campagne pubblicitarie del 1977 in cui campeggiavano frasi del tipo «Non c'è davvero differenza tra i prodotti di madre natura e quelli fabbricati dall'uomo» o «Senza prodotti chimici milioni di persone conoscerebbero la fame». Da sottolineare il continuo uso della ridondanza per sdoganare espressioni come prodotti chimici per far associare a tutto ciò che a esse può essere ricondotto come positivo. Passando davanti a questi pannelli si aveva davvero l'impressione di essere catapultati all'interno dell'universo distopico da film di fantascienza catastrofista. Peccato solo che non si trattasse di un film.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
1 / 8 «Senza prodotti chimici milioni di persone rischiano di conoscere la fame» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
2 / 8 «Senza prodotti chimici la vista stessa sarebbe impossibile» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
3 / 8 «La vita è chimica. Con i prodotti chimici le società come Monsanto® contribuiscono a migliorare la qualità della vita» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
4 / 8 «I prodotti chimici vi aiutano a vivere più a lungo» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
5 / 8 «I prodotti chimici contribuiscono a un migliore alimentazione» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
6 / 8 «Non c'è davvero differenza tra i prodotti di Madre Natura e quelli fabbricati dall'uomo» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
7 / 8 «Tutti i prodotti artificiali sono sottoposti a verifiche di sicurezza.E sono spesso più nutritivi e meno costosi dei prodotti naturali» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Galleria fotografica dei testi delle estratti dalle campagne pubblicitarie di Monsanto del 1977, dal libro Monsanto®: une enquête photographique di Mathieu Asselin.
8 / 8 «La vera sfida consiste nel buon utilizzo dei prodotti chimici» (estratto da una campagna pubblicitaria Monsanto 1977) dal libro Monsanto®: une enquête photographique.
Uno degli aspetti più interessanti di questo lavoro risiede nelle scelte stilistiche operate dal suo autore. L'argomento e le situazioni ben si sarebbero prestati a facili drammatizzazioni. Invece
Asselin ha scelto di rimanere a distanza dal patemico e dal sensazionalistico. Quanto documentato giornalisticamente è più che sufficiente a scuotere le coscienze e l'adozione di uno stile espressivo al limite dell'algido, contribuisce da una parte a rendere credibile il racconto e dall'altra, contrastando la sua pulizia formale con l'orrore che le immagini descrivono, lo fa risuonare molto di più negli animi degli spettatori. Situazioni normali, luci da quotidianità scontata, un approccio descrittivo, si rivelano alla fine dirompenti facendo mettere in parallelo quello che si apprende dalla lettura dei testi e delle didascalie con il quotidiano di ognuno di noi. Quello che raccontano le immagini può accadere a ognuno di noi, non è qualcosa di lontano e, come dimostrano le immagini, nessuno è escluso, da chi vive nella provincia statunitense a chi lo fa in
Vietnam e ancora paga le conseguenze di una guerra atroce.
Galleria fotografica dall'allestimento della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
1 / 7 Un momento della visita alla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
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2 / 7 Un momento della proiezione di House of the Future all'interno della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
Galleria fotografica dall'allestimento della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
3 / 7 Un momento della visita alla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
Galleria fotografica dall'allestimento della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
4 / 7 Un momento della visita alla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
Galleria fotografica dall'allestimento della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
5 / 7 Un seme geneticamente modificato alla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
Galleria fotografica dall'allestimento della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
6 / 7 Un momento della visita alla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
Galleria fotografica dall'allestimento della mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017.
7 / 7 Il pannello finale con il testo di Jean–Claude Asselin, padre di Mathieu, alla visita alla mostra Monsanto: une enquête photographique di Mathieu Asselin, esposta al Magasin Électrique nell'ambito della sezione Désordre du Monde ai Rencontres de la Photographie d'Arles 2017. © FPmag.
Concludo utilizzando parte del testo che si trovava alla fine della mostra. Sono le parole scritte dal padre fotografo del francese: «[...] Non è senza apprensione che ho saputo dell'intenzione di mio figlio Mathieu di lanciarsi in questo progetto, conoscendo il livore con cui
Monsanto attacca e perseguita i suoi detrattori e, proprio come in questo caso, intaccare la sua bella immagine. Perché si tratta, in un'epoca di guerre economiche continue, di propaganda in un mondo in cui i grandi predatori non lesinano sui mezzi dedicati a questo fine.
Davide contro
Golia? Certo. I contadini e le altre vittime che hanno subito danni per le pratiche di
Monsanto e che si sono voluti difendere, lo sanno bene, a loro spese. Rendiamo omaggio al loro coraggio e a quello dei singoli, delle associazioni, delle
ONG, che si sono opposti e continuano a farlo ancora con tenacia e a loro rischio e pericolo, opponendosi alle richieste della
lobby Monsanto. Entrate dietro le quinte del mondo ideale di Monsanto, il rovescio della medaglia, e verificate con i vostri occhi il prezzo esorbitante che ci fanno pagare, brandendo promesse altisonanti, convincendoci dei progressi significativi dell'umanità in marcia verso un mondo migliore grazie all'uso dei suoi prodotti». [
Sandro Iovine ]
titolo: Monsanto®: une enquête photographique
autore: Mathieu Asselin
testi: –
formato: 22x28cm
pagine: 156
anno: 2017
edizioni: Actes Sud
bookdesign: Ricardo Báez
ISBN: 978-2-330-07805-8
prezzo: 55,00 €
info: Europa m.fischer@actes-sud.fr (edizione in francese) | a.schmidt@verlag-kettler.de (edizione in inglese) – USA ssales@accpublishinggroup.com
Actes Sud | Verlag-Kettler
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◉ [ mostre ] Mathieu Asselin. Monsanto®: The Book
◉ [ FPtag ] Les Rencontres de la Photographie 2017: il punto di vista della redazione
◉ [ tag ] Sandro Iovine su FPmag
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