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Kent Rogowski, Love = Love. Avec l’aimable authorisation de l’artiste. © Rencontres Arles 1 / 2       Kent Rogowski, Love = Love. Avec l’aimable authorisation de l’artiste. © Rencontres Arles

Ruth van Beek, The Levitators. Avec l’aimable authorisation de l’artiste. © Rencontres Arles 2 / 2       Ruth van Beek, The Levitators. Avec l’aimable authorisation de l’artiste. © Rencontres Arles

Perfette Imperfezioni

Parfaites Imperfections è una delle tre mostre riunite nella sezione Relecture de Les Rencontres d'Arles 2016. Un'esposizione volta a far emergere le potenzialità espressive e creative dell'errore tecnico, dell'imprecisione formale, dell'imperfezione involontaria, e capace di suggerire al contempo, con leggerezza e ironia, una serie di riflessioni importanti sia sulla società in cui viviamo sia sugli attuali approdi e le possibili derive del medium fotografico e, più in generale, delle arti visive.
La mostra – situata al secondo piano del Palais de l'Archevêché e realizzata grazie al sostegno di Olympus e dei Fonds Mondriaan – porta infatti l'impronta inconfondibile del suo curatore, Erik Kessels, artista, collezionista e influente creativo olandese, fondatore dell'agenzia pubblicitaria e casa editrice KesselsKramer, e si presta pertanto con facilità a letture di vario tipo, stratificate su più livelli.

Durante la visita alla mostra Parfaites Imperfections a cura di Erik Kessels. © Stefania Biamonti/FPmag.

È infatti possibile attenersi a un primo livello di analisi, e limitarsi a sorridere di fronte a quest'ampia selezione di bizzarrie e di strambi esperimenti falliti, apprezzandone l'apparente involontaria creatività e/o la capacità dell'artista o del curatore di riconoscerla. Così facendo, però, si rischia di perdere buona parte del portato concettuale della mostra. Il percorso suggerisce infatti la possibilità di spingersi ben oltre questo tipo di lettura, grazie soprattutto all'attenta opera di ricontestualizzazione, riordino e rilettura di questo ammasso di errori effettuata da Kessels. Basta concentrarsi sulle scelte adottate, sugli accostamenti, i rimandi e i dettagli dell'allestimento, per intercettare i fili di un'indagine e di una critica, estremamente più sovversiva e interessante, su quel processo di estetizzazione e di ricerca di perfezione formale verso cui, complici le nuove tecnologie, sembrano tendere oggi la maggior parte delle buone pratiche autoriali.
Come spiega infatti lo stesso Kessels nel testo di presentazione della mostra, «Oggigiorno, la maggior parte dell'arte, del design e della fotografia si sforza di rappresentare la perfezione. Questa perfezione messa in scena, impeccabile e controllata sotto ogni aspetto, sembra essere più che altro un riflesso della nostra eterna ricerca di chiarezza e calma, e agisce come antidoto al caos delle nostre vite. [...] Nella nostra cultura ossessionata dalla perfezione, fuggiamo gli errori, e per me questo è un disastro. Tuttavia, sempre più artisti e fotografi scelgono come soggetto dei propri lavori i felici fallimenti. Questa mostra offre un'ampia panoramica sulle più riuscite imperfezioni perfette create nel campo della fotografia, del design e dell'arte contemporanea. Sono i lavori di artisti che amano combattere la perfezione, abbracciare il caso e ricercare il favoloso errore».

Durante la visita alla mostra Parfaites Imperfections a cura di Erik Kessels. © Stefania Biamonti/FPmag.

Ciò che insomma viene di norma considerato un fallimento e quindi nascosto, corretto o addirittura cancellato, per questi artisti diviene o qualcosa da mettere in mostra, o preziosa materia prima per narrazioni ancora più sofisticate e complesse. Non è tanto l'opera in sé a essere infatti significativa in questi ultimi casi, quanto la sua decontestualizzazione, riclassificazione e reinterpretazione secondo canoni e parametri altri, inaspettati. Ciò permette una stratificazione del senso foriera di significati ulteriori e nuove riletture, in cui anche l'errore trova il suo posto, diviene significante, spalancando la porta a riflessioni ben più ampie sui medium che caratterizzano la nostra società e sull'utilizzo che ne facciamo.
Del resto, come già ampiamente illustrato nel libro L'errore fotografico. Una breve storia di Clément Chéroux a proposito dell'errore in fotografia, se è vero che lo sbaglio, l'imperfezione, può diventare un affascinante elemento creativo e narrativo, è altrettanto vero che può trasformarsi anche in un utile strumento cognitivo: è infatti nei suoi errori, nei suoi imprevisti e nei suoi lapsus che la fotografia, così come ogni altro medium, si mette a nudo, consentendo un'analisi più particolareggiata della sua natura. [ Stefania Biamonti ]

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PARFAITES IMPERFECTIONS.
L’ART D’EMBRASSER LE HASARD ET LES ERREURS

a cura di Erik Kessels
Palais de l'Archevêché, 35 Place de la République - Arles (France)
4 luglio – 25 settembre 2016
orario: tutti i giorni, ore 10,00 - 19,30
ingresso: 9,00 € (previsti biglietti cumulativi e riduzioni)


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[ RISORSE INTERNE ]
◉ [ FPtag ] ARLES2016: il punto di vista della redazione
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◉ [ mostre ] End. di Eamonn Doyle
◉ [ mostre ] Tear My Bra

◉ [ FPtag ] ARLES2015: il punto di vista della redazione sull'edizione 2015

[ RISORSE ESTERNE ]
KesselKramer
Les Rencontres d'Arles 2016

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pubblicato in data 29-07-2016 in NOTIZIE / MOSTRE

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